Piccole “grandi” strade
Piccole “grandi” strade

Piccole “grandi” strade

Un percorso lungo due “grandi” strade della Valsassina

A cura di Marco Ghezzi e Daniele Invernizzi

A volte capita di imbattersi in strade magari poco conosciute ma che per le loro caratteristiche, per la guida piacevole che sanno offrire e per i panorami mozzafiato su cui si affacciano, strizzano l’occhio a percorsi molto più blasonati. Per esempio, la Provinciale 65, tortuosa via di collegamento fra il lago di Como e la Valsassina, grazie a un tracciato davvero avvincente, può fregiarsi del titolo di Scenic Route 65, con tanto di segnaletica nello stile tipico delle Scenic Route americane, appellativo che oltreoceano identifica le strade più belle e panoramiche. In fondo alla Valsassina invece troviamo il “piccolo Stelvio”, una serpentina d’asfalto che come il vero percorso del Passo Stelvio, tornante dopo tornante, si arrampica sul fianco della montagna offrendo scenari da vertigine. Strade che fanno la gioia di chi le percorre in moto, soprattutto se in sella a un’elettrica performante come la EsseEsse9, nostra compagna di viaggio in questo itinerario, che grazie a un motore potente, una coppia da paura e la maneggevolezza di una bicicletta, è in grado di far gustare ogni chilometro.

Per raggiungere la Route 65 percorriamo la sponda lariana del lago di Como sulla “vecchia” e piacevolissima litoranea, poi ci concediamo una breve sosta a Varenna, originario villaggio di pescatori e una delle cittadine più graziose di tutto il Lario. Il centro storico merita una passeggiata per osservare le variopinte case, strette intorno al porticciolo, e per salire sulla cima del promontorio dove spicca il Castello di Vezio, costruzione medievale ancora in ottimo stato di conservazione. Lasciata Varenna puntiamo decisi verso l’entroterra seguendo il “biscione” d’asfalto che si arrampica in direzione di Esino Lario. I bucolici paesaggi del lago lasciano via via il posto ad un ambiente più selvaggio, dove predominano la vegetazione e costoni di roccia nuda in cui è scavata la strada. Ecco che dopo pochi chilometri finalmente leggiamo l’indicazione: Scenic Route Sixty Five! La curiosità è forte. Certo, non siamo in Wyoming e neppure in Colorado, però la scritta è piuttosto intrigante. Allora via, siamo pronti a goderci questi ventisei chilometri, fatti di curve, di tornanti e di chicanes che al divertimento di guida affiancano continui scorci panoramici. La prima parte si presenta come un lungo traverso scavato a mezza costa, stretto fra la roccia e la folta vegetazione che lascia solo intravedere il paesaggio circostante. Superato Esino Lario però saliamo più decisi, la sinfonia di curve aumenta, è il momento di dare sfogo al piacere di guida e complice anche lo scarso traffico ci divertiamo a disegnare le nostre traiettorie con andatura più allegra. La EsseEsse 9 è agile e scattante fra queste curve e per alcuni chilometri è puro divertimento di piega.

Raggiunto il Passo Agueglio la strada si distende e il panorama si apre. Procediamo allora con calma, dosando al meglio un motore che per sua natura sa essere anche docilissimo, apprezzando il silenzio del viaggiare elettrico e lasciando che lo sguardo contempli gli scorci sul lago. Lo spettacolo più affascinante ci attende però poco oltre, quando raggiungiamo un piccolo balcone naturale dove è posta la lapide a ricordo di Pietro Pensa, il progettista di questa strada. Da quassù, soprattutto nelle giornate più limpide, la vista aerea sul lago è a dir poco eccezionale. Si scorge benissimo il promontorio di Bellagio e i due rami in cui il Lago di Como si divide, per poi insinuarsi, ognuno come una lingua luccicante, fra le montagne. Raggiunto Perledo lasciamo la Route 65 ed entriamo nel cuore della Valsassina che percorriamo interamente toccando altri luoghi interessanti. Come Cortabbio, antico centro minerario dove la Miniera Cortabbio-Primaluna, aperta alle visite turistiche, rimane una testimonianza ancora viva di questa attività. A Barzio spicca invece la ciminiera dell’antica Fornace, oggi ristrutturata in un interessante museo. Al suo interno sono illustrate le attività tradizionali della zona, come la produzione del formaggio e, nel passato, quella estrattiva delle miniere. L’estrazione del ferro, infatti, diede vita alla produzione artigianale di lame e coltelli che hanno reso la Valsassina un punto di riferimento internazionale per questo tipo di prodotto.

Superato il Col Balisio, deviamo per Morterone, percorrendo la temeraria serpentina che si arrampica sugli scoscesi versanti e gli incombenti costoni calcarei del Monte Due Mani. Le curve e i tornanti si susseguono così serrati e ripidi da dare proprio l’impressione di trovarci su una sorta di “ piccolo Stelvio”. Saliamo rapidamente di quota e al termine di questo muraglione ci fermiamo, rapiti da una vista spettacolare che spazia lontana. Proseguendo per la Forcella di Olino la strada si srotola a mezzacosta fra torreggianti guglie di roccia, offrendoci ad ogni svolta un nuovo e suggestivo colpo d’occhio sul paesaggio.

Il percorso termina a Morterone, che con i suoi 30 abitanti ha il primato del comune più piccolo d’Italia per popolazione e noi non potevamo che fermarci all’EV-Chalet. Struttura molto tecnologica e punto informativo turistico, realizzata da eV-Now! e dal Comune di Morterone, lo chalet completamente autonomo per l’energia, nasce come esempio di struttura “off-grid” e di produzione di energia rinnovabile al 100%, grazie alla generazione fotovoltaica e allo stoccaggio tramite batterie al litio. Fra le sue dotazioni c’è anche una bella colonnina per la ricarica in AC dei veicoli e così ecco che l’energia del sole entra direttamente nel nostro “serbatoio” in un passaggio che più green non potrebbe essere. Il tempo per un po’ di relax e un buon caffè e siamo pronti a ripartire.

La moto del viaggio

“Proudly Made in Modena”, come recita la targhetta sul telaio, la EsseEsse 9 di Energica è una moto che pur nascendo come naked ha dimostrato di essere adattissima anche all’utilizzo turistico. Merito soprattutto di un’azzeccata triangolazione fra busto, braccia e gambe che permette una postura di pieno controllo e al tempo stesso confortevole. Montate due borse – fra l’altro capienti nonostante le dimensioni contenute – e un parabrezza abbiamo macinato chilometri senza riscontrare alcun problema o precoce stanchezza. Al comfort generale contribuiscono anche una sella accogliente e sospensioni ben tarate oltre che regolabili. Il motore da ben 80 kW e con una coppia di 207 Nm offre una potenza ed un “tiro” adeguati ad ogni tipo di percorso mentre la batteria da 21.5 kW/h (con chimica Li-NMC) consente un’autonomia di tutto rispetto. Nel nostro tour abbiamo verificato una percorrenza di circa 240 km nei tragitti extraurbani con un consumo fra i 7 e gli 8 kW/h per 100km. Diverso ovviamente il discorso sui percorsi più veloci, dove viaggiando costantemente intorno ai 120/130 km/h difficilmente si superano i 150km di percorrenza. Molto interessante infine la presenza sia della presa in AC (carica in Modo 2 o 3) sia quella in DC (carica in Modo 4) con lo standard CCS Combo 2, che permettono di utilizzare in pratica qualsiasi tipo di colonnina ed effettuare la ricarica veloce, a 1 km al minuto se in AC e a ben 6,7 km al minuto se in DC.

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